JULIE MAGGI
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il terzo volume di avventure sulla via de la plata è online!

12/6/2019

 
Ebbene sì, sono passati secoli dall'ultima volta che ho scritto un post qui sul mio blog. Succede. Questo è un periodo difficilotto, non lo nascondo. Però, nonostante le curve strette che la vita ci riserva, con pazienza e impegno si riesce sempre ad andare avanti. Mi ci sono voluti mesi ma alla fine sono riuscita a finire anche questo volume. Ne sono fiera: dentro c'è il risultato di tantissimo impegno.
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Per ora tutto quello che posso dirvi è che sono al lavoro sul quarto volume, prevedo di finirne la prima stesura per metà luglio e, se tutto va bene, metterlo online per i primi di settembre. A quel punto il romanzo intero sarà lungo circa 400 pagine, diventando così il libro più lungo che io abbia mai scritto.

Nel frattempo lavorerò alle illustrazioni per Avventure sul Cammino di Santiago, che spero di poter presentare in una nuova edizione in tempo per il prossimo Natale. 

Insomma, non sarà un periodo facile, ma mi tengo impegnata :-)

Vi mando un abbraccio enorme e vi auguro una bella estate.
Un grazie enorme a tutti i lettori e le lettrici che mi stanno accompagnando in questa lunga avventura che è il mio "Plata", come lo chiamo sempre per far prima. Grazie per le vostre recensioni stupende. Mi fanno commuovere e mi danno la forza per continuare a scrivere con gioia.

Un saluto,
​la vostra Julie.

Ps: il terzo volume di Avventure sulla Via de la Plata lo trovate qui: ​https://amzn.to/2F2wk0w

Avventure sulla Via de la Plata è disponibile su Amazon!

2/11/2018

 
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Ci abbiamo lavorato tanto, io e Chiara Solerio, la mia editor nuova di zecca. Abbiamo letto e riletto le pagine decine e decine di volte, fino a farci uscire gli occhi dalle orbite. Ma ne è valsa la pena :-)

Dopo mesi di scrittura e riscrittura è finalmente disponibile su Amazon il primo volume del libro Avventure sulla Via de la Plata.

La trama

Dopo quattro anni dalla sua avventura lungo il Cammino francese per Santiago (raccontata nel suo romanzo Avventure sul Cammino di Santiago), Julie decide di ripartire, questa volta con uno spirito diverso, forse più maturo, per un viaggio a piedi di ben 1007 km. Lungo la storica Via de la Plata prima, e lungo il Cammino Sanabrese poi, la protagonista si confronterà con se stessa e con i suoi limiti, arrivando persino a rischiare la vita pur di raggiungere ancora una volta la meta: Santiago de Compostela. 
Un viaggio pieno di ironia (verso se stessa e verso i suoi improbabili compagni di viaggio) che vi trasporterà direttamente sulle strade sterrate del sud ovest della Spagna da Siviglia a Merida, da Caceres a Salamanca, fino ad arrivare nella tanto sognata Galizia. 
Tra una caña e un gazpacho, un café con leche e una tostada Julie arriverà a Santiago col sorriso sulle labbra e con una nuova consapevolezza di sé.
Avventure sulla Via de la Plata è diviso in quattro parti. Questo è il primo volume.
Un libro imperdibile per i lettori di Avventure sul Cammino di Santiago e Piccola guida per Santiago de Compostela (della stessa autrice) o per chi si avvicina per la prima volta al Cammino verso la storica meta di pellegrinaggio spagnola.
AVVENTURE SULLA VIA DE LA PLATA LO TROVATE QUI.

Dopo un mese e mezzo di Cammino, finalmente di ritorno a casa (con un quintale di lavoro arretrato).

7/9/2017

 

E all'arrivo trovo mio fratello, mia madre e una bottiglia di champagne. Sono felice! □□□□□□ #caminodesantiago #caminosanabres #arrived #santiago #plazaobradoiro #sohappy #happiness #1007km #viadelaplata #finishline #adventures #españa

Un post condiviso da Julie Maggi (@juliemaggi) in data: 2 Set 2017 alle ore 08:30 PDT

Questa mattina mi sono svegliata nel mio letto, coperte e lenzuola pulite, una colazione pronta per essere preparata in cucina e una doccia calda. Queste piccole cose, dopo un mese di avventure sulla via della Plata, mi sono sembrate già delle conquiste inimmaginabili. Poi ho iniziato a pensare a tutte le cose da fare che, in mia assenza, si erano accumulate. E il pensiero di ripartire per la Spagna mi ha sorvolato molto da vicino.

​Ma sono troppo emozionata all'idea di mettermi al lavoro per preparare i prossimi libri, incluso quello in cui vi racconterò per filo e per segno, di tutte le mie giornate di Cammino lungo la Via della Plata e il Cammino Sanabrese. E poi le illustrazioni: ho deciso di illustrare entrambi i miei libri di avventure sul Cammino, sia il mio precedente (ora tornato in autoproduzione - finalmente), che quello che scriverò nei prossimi mesi. Mi baserò sul diario di viaggio che scrivevo quotidianamente, senza saltare nemmeno un giorno, alla luce della torcia elettrica che mi ero portata in viaggio.

Appunti per il nuovo libro. A lume di torcia elettrica. □ #caminodesantiago #caminosanabres #writing #writer #newbook #workinprogress #notes #keepingmemories #diary #newbookcomingsoon

Un post condiviso da Julie Maggi (@juliemaggi) in data: 24 Ago 2017 alle ore 12:51 PDT

Conto di ultimare la stesura di Avventure sulla Via della Plata prima di Natale e di finire le illustrazioni entro marzo. Spero in questo modo di poterlo far uscire per la prossima estate.

​Vorrei cogliere l'occasione per ringraziare le persone che, durante questo lunghissimo Cammino, mi hanno seguito, supportato e tirato su di morale nelle le giornate no. Non so come avrei fatto senza gli amici, i parenti e i followers che in questo mese e mezzo mi hanno trasmesso energia scoppiettante e affetto e che mi hanno incoraggiato nella mia impresa. Siete stati i migliori compagni di viaggio che io potessi avere e spero di poter ricambiare la gioia che mi avete donato attraverso le mie parole e disegni.
 
​Vi scriverò presto per comunicarvi altre novità, ma per oggi è tutto. Vado a lavorare che ho davvero una lista infinita di cosine belle da preparare per voi e non vedo l'ora di mettermi all'opera!

Saluti e baci dalla vostra camminatrice a riposo (per ora :-D)

Seguimi in Spagna sulla Via della Plata!

12/7/2017

 
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Come molti di voi sapranno già, questo lunedì partirò per la Spagna, alla volta di Siviglia. Da lì inizierò un lungo cammino che, in circa cinque settimane, mi porterà a Santiago de Compostela. Quello che vedete nella foto qui sopra è il mio kit artistico da viaggio, da me realizzato (trovate le istruzioni per crearne uno qui), con il quale scriverò e illustrerò quello che spero sarà il mio diario di viaggio lungo il Cammino.
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Inoltre, ma credo che ormai questo lo sappiate bene, ho una pagina Facebook ufficiale, sulla quale credo che posterò qualche video durante il mio lungo viaggio. La trovate qui.
​Spero davvero di riuscire a tenere un diario costante, fatto di foto, piccoli racconti e magari se la stanchezza non mi uccide, anche qualche disegno.

​Sono davvero emozionatissima, mancano solo quattro giorni alla mia partenza. Ogni volta che controllo il mio zaino sembra che ci sia tutto ma poi, mentre son lì che cucino un risotto ai funghi, mi rendo conto di aver dimenticato qualcosa: una volta il pettine, poi le infradito, poi le batterie di ricambio per la torcia (conto di camminare molto di notte, per evitare il caldo). L'ansia mi sta assalendo non poco: non conosco il percorso, le previsioni del tempo portano temperature da deserto del Sahara e, più in generale, potrei perdere l'aereo, il bus per il centro di Siviglia, le carte con la prenotazione dell'ostello e cose così.

​Parto da sola ma mi incontrerò con il mio fidanzato verso la fine, in modo che lui possa percorrere con me il pezzo di cammino che si chiama Sanabrese. E anche lì ansia: riuscirà a trovarmi in mezzo a quelle campagne? Sarò distrutta e inguardabile quando ci incontreremo? Avrò la forza di proseguire poi, fino a Santiago? Avrò una ricrescita dei peli lunga così?

​Per questo ho bisogno del vostro supporto psicologico come lettori e come amici.

​Questa volta, a differenza della prima, parto avvantaggiata dalla tecnologia. Ho finalmente cambiato il mio cellulare (avevo ancora un Blackberry del 2007) e, grazie alle nuove tariffe telefoniche europee potrò collegarmi con internet e condividere con voi i dettagli del mio viaggio. Yeyyh! Inoltre, grazie a questo meraviglioso marchingegno potrò postare  le immagini del mio diario sul mio account Instagram. Cliccate sull'immagine qui sotto per collegarvi con me e non perdervi le mie meravigliose avventure. :-D

Mi preparo alla partenza (mancano 4 giorni!!) www.juliemaggi.com/blog/seguimi-in-spagna-sulla-via-della-plata #caminodesantiago #viadelaplata #juliemaggi #newadventures #ontheroad #traveldiary

Un post condiviso da Julie Maggi (@juliemaggi) in data: 12 Lug 2017 alle ore 05:54 PDT


A parte questa fenomenale novità credo che per ora sia tutto.

​Vi mando un grosso abbraccio e vi saluto! A presto! (spero)
​La vostra serenissima,
​Julie

Il mio mini kit da disegno (e le istruzioni per realizzarlo) da portare in cammino (parto per la Via della Plata!)

30/6/2017

 
Vi piace l'idea di avere un mini set di acquerelli, leggero come una piuma e carino come solo le cose fatte a muzzo possono essere? Seguite le mie istruzioni e anche voi potrete partire all'avventura con un meraviglioso set artistico. Poi magari resterà intonso però boh, voi la pazienza ce l'avete messa. Ma prima un po' di aggiornamenti sulla mia vita.

Ci ho messo secoli a finire di rimuovere tutte le cose dagli scatoloni, ma ora posso dirlo: il trasloco è fatto.  Posso finalmente dedicarmi a qualcosa di più divertente e istruttivo.

Per qualche motivo tecnico non ho ancora internet a casa ma, se tutto va bene, dovrebbe arrivare tra un paio di giorni.  Devo dire che, non avere internet, mi ha permesso di andare avanti con i lavori a ritmo speditissimo. Sono contenta di poter dire che sono a buon punto con la stesura di ben due libri: uno, sarà una specie di parte aggiuntiva per il mio Un anno per cambiare la tua vita. L'altro, è qualcosa che molti di voi mi hanno chiesto e che sono ben felice di mettere in cantiere: un nuovo libro di avventure in cammino. Questa volta sarò su un cammino molto più lungo, ma che si prospetta davvero interessante. Ho scelto di partire per la Via della Plata (1000 allegri km di cammino - si accettano scommesse sulla quantità di vesciche che mi verranno), un'antichissima strada costruita dai Romani che, da sud a nord, cammina parallela al confine col Portogallo per congiungersi poi con il Cammino Sanabrese e giungere, alla fine, a Santiago. Questa volta il mio zaino sarà leggerissimo. Anche più leggero di quello che ho portato sulla Via Francigena, l'estate scorsa.

​Tra le varie cose che porterò con me c'è un piccolo kit da me creato per potermi appuntare un po' di note e magari (ma so bene che questa è più una speranza che un'intenzione) fare qualche disegno. Ho leggermente modificato il blocco note (fatto con una carta molto buona che spero regga bene un po' di colore) per fare in modo che contenga anche altre cose. Vi ho aggiunto molte taschine, realizzate incollando delle buste da lettera di varie dimensioni al suo interno. In alcune conserverò i bigliettini, le note e i piccoli ricordi del mio cammino. Poi ho incollato una grande pagina che si apre in verticale dove incollerò la mappa e, infine, ho aggiunto un elastico rosso molto resistente per tenere chiuso il taccuino quando sarà pieno di roba.

​Avendo già tentato, durante il mio primo cammino, di portare della carta da acquerello, questa volta non ci provo nemmeno. Ma ho deciso comunque di realizzare una microscopica scatolina per contenere sei colori, un pennello richiudibile, un paio di pezzi di gomma, una mini spugnetta, una scatolina per l'acqua e una piccola palette con i colori che ho scelto di portare (la scelta è stata difficilissima). Ecco qui il risultato.
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Devo dire che, pur rendendomi conto che sarà molto difficile che io riesca a fare dei disegni, l'idea di riuscire a completare un carnet di viaggio (anche fosse microscopico), mi rende molto emozionata. I colori che ho deciso di inserire nella mia scatolina sono i seguenti: Rose Dorè, Vandyke Brown, Winsor Yellow (green shade), Burnt Sienna, Indanth Blue e Ultramarine Blue (Green Shade).  Tutto ovviamente serie Artist's della Winsor and Newton. 

Per fare in modo che non si muovessero ho creato, usando il Das, una specie di supporto: ci ho premuto dentro le varie scatoline degli acquerelli nella posizione in cui volevo che si trovassero e l'ho fatto asciugare per un giorno e mezzo. Poi l'ho spennellato tutto con la colla vinavil e l'ho incollato alla scatolina (asciugandosi si riduce di grandezza, per questo dovrete lasciare le scatoline inserite nel Das durante l'asciugatura). Poi per sicurezza ho incollato anche le scatoline con una goccia di vinavil alla base, ora asciutta. Se dovessi finire i colori all'interno delle scatoline potrò semplicemente riempire le scatoline con degli acquerelli nuovi della stessa dimensione (o anche usare quelli in tubetto, spremendoceli dentro - ho già provato e funziona benissimo).

​Se vi state domandando di che scatolina si tratti eccola qui: è quella delle meravigliose caramelle gommose alla liquirizia della marca Leone di Torino (yummy-yum-yum).
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Per completare il kit vi ho aggiunto una penna ad inchiostro marrone della Faber Castell (taglia media) e una matita di quelle con le micromine di taglia piccolissima, in alluminio, comprata da Muji.

​Partirò a metà luglio, quindi tra non molto. Il viaggio durerà circa cinque settimane quindi, durante questo periodo, non sarò in grado di spedirvi nulla dal mio sito. Spero che mi perdonerete, ma, se tutto va bene, questo vorrà dire che presto avrete un altro libro da leggere! Non vedo l'ora di iniziare il mio viaggio ma allo stesso tempo, come mi capita ogni singola volta che parto all'avventura, ho anche un po' di paura.

Vi mando un abbraccio e vi auguro una felice estate!
​
A presto,
​la vostra diarista appassionata,
​Julie

La stupenda recensione di "Avventure sul Cammino di Santiago" su A piedi per il mondo.

8/8/2016

 

Avventure sul Cammino di Santiago non è solo un racconto di viaggio, ma è un viaggio esso stesso nel cuore, nei pensieri e nelle emozioni di Julie, autrice e insieme protagonista di queste pagine.

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Una decisa vena di autoironia lo attraversa in ogni sua parte, “modello di macchina perfetta” con la quale esprimere liberamente e senza prendersi troppo sul serio la propria esperienza sul Cammino.
Viaggio “spirituale”, lontano da una qualsivoglia idea di religione e credo, il Cammino di Santiago diventa quasi un’avventura, che la carica di nuove energie di fronte all’ignoto. E allora si chiede se sia possibile “ portare con sé nella vita quotidiana questo stimolo ad andare avanti, nonostante tutto” e con esso “ questa apertura al mondo”. Perché se si impara qualcosa su Julie è proprio la sua voglia di conoscere persone, di aprirsi tramite loro al mondo, spinta dalla curiosità e dalla bellezza del diverso.
L’amicizia diventa un punto centrale nel libro e nella sua esperienza come camminatrice, così come Matteo diventa un compagno inseparabile, una delle poche costanti di tutto il cammino. Il dolore fisico e la difficoltà di camminare serenamente le provocherà non poche crisi, ma l’aiuto che si trova sul cammino e la forza che si riscopre in se stessi le permetterà di proseguire fino alla fine.
A dare forma al suo Cammino di Santiago non sono le chiese, i palazzi, o i paesi che attraversa, ma i ricordi ad essi legati, ai profumi, alle persone incontrate, agli stati d’animo vissuti.
E non manca l’intima ricerca del perché si è in cammino, una domanda a cui troverà risposta solo una volta arrivata a casa. A metà strada però, tra i molti spunti di riflessione, emerge un pensiero che più di tutti riassume la sua idea di Cammino: “ Questo cammino è come l’acqua di un fiume che scorre e che si mescola. Ognuno di noi è una goccia di questo fiume. Tutti insieme mischiamo le nostre forze, le nostre energie, le nostre fatiche. Alla fine quello che è il motivo per il quale è partita la persona a fianco a me sarà diventato il mio, e il mio sarà diventato il suo.”
Se volete comprare il libro, lo potete acquistare qui in due secondi (o provate a ordinarlo nella vostra libreria).
​Potete trovare la recensione qui, insieme ad altri interessanti articoli.

La musica sul Cammino di Santiago: 12 canzoni più una.

11/5/2016

 
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Camminare nel completo silenzio mette l'anima in pace e aiuta a meditare profondamente. Ma dopo sei, otto ore di cammino (quanti di voi hanno mai camminato per più di quaranta chilometri?) non c'è niente di meglio della propria canzone preferita per ritrovare il giusto ritmo e rimettersi in marcia con nuove energie. Per questo motivo, tra canzoni da ridere, canzoni da cantare a squarciagola nelle campagne deserte e canzoni da ascoltare in silenzio mentre si prende sonno, ecco qui una lista compilata da me e Matteo (il quale è anche un bravo chitarrista) con tutte le canzoni che ascoltavamo durante il nostro Cammino.
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A fine articolo troverete anche una sorpresa: una trasmissione radiofonica in cui parlo (sì, non scrivo, parlo proprio!) del Cammino di Santiago e lancio una canzone tra le mie preferite. Vi metterò anche i link per poter trovare i vari album di cui parlo. Come artista vi chiedo, per favore, di non scaricarveli illegalmente. Campare facendo conto sui diritti d'autore è davvero dura: abbiate la bontà di ripagare chi nel proprio lavoro ci mette l'anima.

Come prima canzone vi propongo questa: si chiama Roundabout e il gruppo si chiama Yes. Mi ricordo che io e Matteo l'ascoltavamo spesso, per viaggiare con la fantasia e spararci viaggioni importanti. (il cd lo trovate qui). Non vi spaventate per la lunghezza delle canzoni. Erano gli anni Settanta.

E ora ve ne propongo un'altra sempre abbastanza vintage: Thelonius Monk - Round Midnight. Parliamo di uno dei mostri sacri del jazz. Un uomo che ha percorso l'intero secolo regalandoci pura energia musicale. Qui il frutto delle sue mani e della sua mente (e di tutta una serie di artisti che con lui hanno collaborato) in 15 dischi che se non li avete è cosa brutta. Da maneggiare con cura. Occhio che poi vi innamorate. Poi non dite che non ve l'avevo detto. :-)

Questa farà felici molti chitarristi :-) Ecco a voi i due mostri sacri Paco De Lucia (immerso nel flamenco dalla tenera età di 5 anni, se non prima, purtroppo prematuramente morto - ma su una spiaggia messicana) e Al Di Meola (forse alcuni non lo sanno, ma il nostro caro ragazzo è di origini italiane, per essere precisi della provincia di Benevento). Vi consiglio di iniziare a conoscerli partendo da questo album qui. Sono capaci di creare la magia usando quelle sei corde là. Guardate le loro facce. Tranquilli proprio, come se si stessero bevendo un grappino al bar.

Dave Brubeck è uno di quelli che ti fa salire i nervi. Diplomatosi al conservatorio senza nemmeno saper leggere gli spartiti, ha strabiliato il mondo intero con le sue composizioni jazz. Occhio, nel video Dave è quello che suona il piano, l'altro è quell'altro mito di Paul Desmond e suona il sax contralto. Trovate questo brano nell'album Time Out!

Non è il mio cantante preferito, ma è impossibile negarne l'importanza musicale. Questa canzone, fa molto pensare. Come sempre il suo è un punto di vista alternativo, reazionario. Ed è un bene che a volte gli artisti siano così. Come in tutti i suoi testi (che quasi preferisco alla musica) anche qui c'è tanta poesia, specialmente se si considera il periodo storico (le lotte studentesche...). Da ascoltare meditando. L'album è questo qui.

Questa è una di quelle che mette allegria e voglia di viaggiare. Lui, paragonato agli altri è solo un musicista scozzese random a cui piace fare reggae. Ma a noi non importa. La musica è musica (e lui ne ha fatte due o tre davvero carine di canzoni). Questo è il suo album.

E, sempre per la serie "viaggio nel tempo", questo dei King Crimson è un album che abbiamo consumato per tutte le volte che lo abbiamo ascoltato. 10 per la musica e 3 per la copertina. Grafica brutta davvero.  Il genere della loro musica non lo sanno nemmeno loro ma del resto nel 1969, a Londra, ricordarsi anche solo del proprio nome e cognome era di per sé un segno di grande maturità. Il capo è Robert Fripp, il chitarrista che da 40 anni fa da direttore d'orchestra a quelli che sono i vari musicisti che si danno il turno nella formazione della band. Che sia anche lui uno di quei miti immortali della musica del Ventunesimo secolo? Come vi dicevo: sono molto, molto sperimentali. Ma ascoltateli fino alla fine. Un piccolo mostro multicolore entrerà nella vostra testa e vi pianterà dei fiori dentro. Promesso. Ah, l'album è questo qui.

I PFM si chiamano così perché, nel momento in cui hanno deciso di andare a fare i fichi all'estero la gente non riusciva a pronunciare bene il loro nome (Premiata Forneria Marconi è un po' barocco, ammettiamolo, su). Sono, diciamo così, una versione tranquilla dei King Crimson. Da ascoltare e riascoltare. Secondo me rendono bene anche in macchina. Quest'album è mitico. E suppongo che dal vivo siano anche meglio :-D Al minuto 19: ricordone di me e Matteo con una cuffia ciascuno mentre tentavamo di dormire con la gente che ci russava intorno. Che pace. Ora.

Questo è un po' trash. Ma il bello di ascoltare musica con Matteo è che riesce a farti apprezzare tutto. O quasi. Questi ragazzi qui sono i principali responsabili della nascita del "pop metal". Che vi piaccia o meno, hanno fin'ora venduto 56 milioni di dischi. Questo è il loro album. Energia? Tanta. Eleganza? Un po' meno.

E ora passiamo a qualcosa di vagamente più nelle mie corde. Svedesi, matti e pluripremiati. Questi sono gli Hives, una band che vi farà pensare allo snowboard e ai pattini a rotelle. A me gustano parecchio. E fanno molto fine anni Novanta - lacrimuccia. Qui trovate il loro album.

Qualcuno ha detto rock? Quest'uomo (che vi piaccia con o senza baffi) non solo può vantare due modelli di chitarre Fender dedicati a lui, ma ha lavorato, come chitarrista, con alcuni dei gruppi rock più importanti del mondo. Oltretutto ha anche realizzato dei  video-metodi per chitarra heavy metal. Così tutti i ragazzini e le ragazzine rocchettare hanno fatto i primi passi verso l'universo delle giacche in pelle. Grazie, Richie. Il suo album (uno dei mille), lo trovate qui.

Poi si va sul classico. Se non li conoscete vuol dire che siete marziani. Mi rifiuto di descriverli. Sparatevi tanti bei viaggioni con i gloriosi Pinkf. The Wall lo trovate pure in regalo nei fustini di Dixan, ma anche qui.

E poi la sorpresina. Una bella intervista fatta per radio Francigena in cui vi parlo di un po' di cose legate al Cammino di Santiago. E vi suggerisco un'ultima canzone misteriosa, che spero molti di voi conoscano :-) Il loro album lo trovate qui.
Qui trovate il mio gruppo di lettori: Avventure sul Cammino di Santiago.

Grazie per aver letto questo post! Condividetelo pure con tutti i vostri amici appassionati di musica, di Cammino, o di tutti e due. 

Un abbraccio dalla vostra sbirimbrulla.
​Julie

Avventure sul Cammino di Santiago su La Repubblica: intervista completa.

11/4/2016

 
Molti dei miei amici di Torino e Val di Susa hanno avuto modo di leggere l'intervista pubblicata venerdì scorso sul quotidiano La Repubblica. Per coloro che, per ragioni di spazio, tempo e allineamento dei pianeti, non fossero riusciti a procurarsi una copia del mitico giornale, ecco qui. Questa è l'intervista senza i tagli apportati sul giornale (dovuti a questioni di spazio). Sono molto felice che le mie parole siano finite su un quotidiano così importante e spero che vi piacciano le risposte da me date a Leonardo Bizzaro, il gentilissimo giornalista con il quale ho avuto modo di collaborare per la creazione di questo articolo. Speriamo ne seguano altri :-D
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Perché è partita per un pellegrinaggio?

Mi ero appena trasferita a Torino dopo aver vissuto a Roma per parecchi anni.
Pioveva a dirotto. La mia casa era un sottotetto dalle parti di Porta Nuova in un palazzo della fine del 1700. Quando il telefono squillò, quasi non lo sentii per il baccano che facevano le gocce di pioggia sulle tegole. 
Era Andrea S., un mio caro amico dei tempi dell'Accademia di Belle arti. Forse perché sapeva che mi piacciono i racconti, forse perché sapeva che mi piace viaggiare, mi tenne al telefono per ore, raccontandomi del suo incredibile viaggio a piedi, alla volta di Santiago de Compostela.  
Era un pomeriggio di settembre del 2012 e io, all'epoca, non sapevo nemmeno di preciso dove fosse, Santiago. 
L'energia sprigionata dalle sue parole fu come un raggio di sole. Illuminò quel pomeriggio con una potenza tale che, quando chiusi la telefonata, nella mia testa non c'era altro che un nome: Santiago. 
Non partii per un pellegrinaggio. Partii alla ricerca di quell'energia.

Perché decine di migliaia di persone si affollano sul Camino: fede, desiderio di avventura, una Woodstock escursionistica, un ritorno al passato ispirato da letture e film?

Se io le dicessi che, per meno di mille euro, in un mese è possibile: trovare il tempo per meditare, venire a contatto con la natura, scoprire luoghi nuovi e che (quasi sempre) hanno mantenuto viva la loro magia, imparare parole straniere provenienti da tutto il mondo, perdere peso in modo salutare, imparare ad orientarsi, degustare cibi e bevande interessanti, fare amicizia con centinaia di persone, fare sport, migliorare il ciclo sonno-veglia, scambiare parole di saggezza e di conforto con perfetti sconosciuti, imparare a pregare per divinità che sono solo nostre, riscoprire le necessità minime ed imparare ad apprezzare cose essenziali (ma fin troppo scontate per noi computer-dipendenti) come cibo, acqua e salute...partirebbe?
In passato poche persone percorrevano il Cammino per due motivi: il percorso non era ben organizzato e non c'erano ancora gli strumenti per far conoscere alla gente questo meraviglioso percorso spirituale. Perché sì, e lo dico da persona che non ci tiene a catechizzare nessuno, questo è un percorso spirituale. Ma in un senso che ha ben poco a che vedere con quello che la gente si aspetterebbe. L'esperienza del Cammino di Santiago è come un seme piantato in profondità, che cresce lento e costante.

Lei scrive, disegna: come si racconta un'esperienza come quella che ha vissuto?
 

Prima di partire per Santiago ho fatto moltissime ricerche. Subito dopo aver finito di parlare con il mio amico sono corsa a cercare questo mitico luogo sulla mappa. Poi ho cercato di capire chi fosse stato San Giacomo. Successivamente mi sono preoccupata di trovare delle informazioni sul percorso stesso, e sul tipo di attrezzature necessarie allo scopo di percorrere gli ottocento chilometri previsti. Mi diedi meno di un anno di tempo per prepararmi psicologicamente (per superare l'ansia di viaggiare all'estero da sola), fisicamente (per preparare le mie gambe alla fatica dei trenta giorni di cammino), economicamente (per mettere da parte i soldi necessari) e in tecnicamente (per trovare "le scarpe giuste", "lo zaino giusto", ecc). Poco prima di partire, un po' per farmi coraggio, un po' per condividere con i miei amici le mie scoperte, realizzai la mia "Piccola guida per Santiago de Compostela", un piccolo libro illustrato a mò di sketchbook che illustra sinteticamente le cose essenziali da sapere se si vuole affrontare il cammino di Santiago. La guida è ora disponibile come auto produzione su Amazon in tre lingue diverse (italiano, inglese e spagnolo) ed è stata bestseller nella categoria libri illustrati in Italia e Brasile. Al mio ritorno da Santiago, in meno di tre mesi scrissi il mio romanzo. Volevo raccontare tutto prima che la memoria potesse perderne i dettagli. Ad aiutarmi a ricordare, ogni giorno, tramite Skype (all'epoca abitavo a Brussels), il mio fidato compagno di viaggio, conosciuto lungo il Cammino: Matteo. Tramite le mie foto, i pezzi di diario che molto raramente avevamo scritto e i nostri timbri sulla Credencial (il passaporto del pellegrino) riuscimmo a tirare giù una scaletta che poi fu la base per scrivere il mio libro.

Ha letto i tanti altri diari di viaggio del Camino? 

Fino al mio ritorno dal Cammino di Santiago non avevo letto nessun diario di viaggio legato a questo pellegrinaggio. Fu solo qualche mese prima che il mio libro venisse pubblicato che decisi di fare "a scambio di files" con alcuni pellegrini che, come me, avevano deciso di raccontare la loro storia. Ho letto le loro storie e loro hanno letto la mia. Ancora adesso mi stupisco di quante possibili sfumature narrative possa assumere una semplice, seppur lunga, strada sterrata.

Il piacere del camminare, che è diventata cosa ben diversa dall'escursionismo, soprattutto in una fascia più giovane: come mai? 

Credo che fosse ora che le persone scoprissero il piacere di camminare. Sul Cammino ho trovato moltissimi ragazzi che, in compagnia dei loro coetanei andavano allegramente alla "conquista" di Santiago. Camminare è formativo, educa all'attesa, spinge al superamento dei propri limiti. Credo che le nuove generazioni abbiano bisogno di scoprire sulle loro gambe il piacere della riuscita di un'impresa, piccola o grande che sia. 
Grazie a mio nonno bonànima e a mia madre (entrambi nati in Trentino ma grandi amanti delle montagne della Val di Susa, dove è nata e cresciuta mia nonna) camminare è sempre stato, per me, uno dei piaceri da andare a ricercare, soprattutto durante le vacanze estive (d'inverno si scia, da quelle parti!). 
Essendo i miei nonni materni entrambi nati in montagna, fin da piccola sono stata trascinata su per le valli e le ferrate. I miei compagni di giochi, soprattutto quelli di Chiomonte, sono tutti cresciuti mangiando il formaggio delle malghe che andavano a prendere dopo una scampagnata in mezzo ai boschi. Ricordo ancora la mia prima notte in rifugio, dopo aver scalato una montagna di 2.747 m s.l.m. (il Vaccarone, un rifugio situato nel comune di Giaglione (TO), in Val di Susa): la stanchezza ricompensata dal silenzio e dalla bellezza del sole nascente il mattino successivo. Avevo sedici anni, forse qualcosa in meno e non c'erano adulti in mezzo a noi. 

Perché tanta gente ha scelto di viaggiare a piedi e addirittura una casa editrice si è messa a pubblicare solo libri di viaggi a piedi?

Camminare permette di cogliere aspetti che altrimenti andrebbero persi. Non parlo solo delle interessanti lezioni naturalistiche impartite dall'esperienza: dal riconoscere le tracce degli animali, al saper scovare i funghi commestibili, al trovare il "nord" guardando i tronchi degli alberi. Parlo di quello che si scopre su noi stessi. 
Ci si dà la possibilità di sentirsi parte della natura stessa: i profumi delle piante che ci circondano e che entrano dentro di noi, il rumore di un temporale che si avvicina e che ci spaventa, il doversi fermare di fronte a certi ostacoli che delineano la nostra figura come esseri umani. Sono tutti aspetti della vita che, per quanto HD possa essere il nostro televisore, perderemmo di sicuro se non mettessimo la testa fuori casa. 
E per chi non può permettersi di viaggiare con i piedi, ecco che, come del resto hanno sempre fatto, i libri aprono le porte alle avventure più incredibili. E in tempi di crisi, quando la gente sente il bisogno di "scappare via" dalla vita di tutti i giorni, a volte dura e ingiusta, un buon libro offre un grande aiuto, permettendo di sognare luoghi e persone che esistono davvero. Solo che non sono ancora stati trovati da tutti coloro che li stanno cercando. 


Quante volte ha pensato di smettere e tornare a casa? E quando ha capito che ce l'avrebbe fatta?

Durante il cammino ho avuto due problemi legati alla salute: mal di schiena (dovuto soprattutto all'eccessivo peso del mio zaino) e un'infezione ad un piede data dalla grande quantità di vesciche e da un errore nella cura di una di esse. Il problema alla schiena lo risolvetti parzialmente regalando metà del contenuto del mio zaino ad altri pellegrini (ma se dovessi ripartire oggi porterei uno zaino non più grande di trenta litri e un solo cambio di vestiti. Minimal è la parola d'ordine sul Cammino). 
Il problema ai piedi è stato un grosso ostacolo fin dal terzo giorno. Ricordo che spesso dovevo prendere antidolorifici nel bel mezzo della notte o prima ancora di mettermi a camminare. Una delle piante dei miei piedi era diventata di colore blu. 
Il momento peggiore è stato quando, con Matteo, ci siamo persi nelle campagne prima di Burgos. Abbiamo marciato per quaranta chilometri sotto il sole. Poi abbiamo finito l'acqua. E, senz'acqua, ne abbiamo percorsi altri cinque, o forse anche di più, senza avere la più pallida idea di dove ci trovassimo. Arrivata all'albergue, alla sera, mi sono sentita letteralmente svenire nel letto, dopo aver mangiato, bevuto due litri di acqua, disinfettato le ferite e spalmato uno strato di due centimetri d'altezza di crema dopo sole sulle mie gambe ustionate. 
Ma nonostante tutto questo, non ho mai pensato di interrompere il mio Cammino. A volte mi sono dovuta fermare per un giorno, per via delle vesciche (sono arrivata a quota nove, anche le une sulle altre. Un solo consiglio: non usate i cerotti di silicone che si incollano alla pelle. Mai). Al fatto di arrivare o meno non ci ho mai pensato fino al momento in cui mi sono resa conto che in poche ore sarei arrivata alla mia meta finale. 

Perché è partita da sola?

Quando parlai alle persone intorno a me della mia intenzione di compiere questo pellegrinaggio molti mi snobbarono, si rivelarono spaventati all'idea o semplicemente non intenzionati a usare le loro risorse fisiche, economiche e il loro tempo per qualcosa di cui avevano, forse, sentito parlare solo vagamente. 
Pensavo inoltre che fosse una buona maniera per esorcizzare la mia paura di viaggiare da sola all'estero. Paura che, devo dire, è stata esorcizzata del tutto visto che ora ci vivo all'estero (al momento a Londra), da tre anni. 
All'epoca non ero consapevole che sul Cammino non si è mai soli. Ripartirei, da sola o in compagnia, anche domani stesso.
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Questo è il romanzo in cui racconto delle mie peripezie lungo il Cammino di Santiago. Compratelo, leggetelo, recensitelo e consigliatelo. Ve ne sarò eternamente grata! :-*

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