JULIE MAGGI
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Intervista su Christine nelle Luci del Nord per Nostrofiglio.it

28/7/2018

 
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Qualche giorno fa è uscita questa intervista (clicca qui per l'articolo). Spero vi piaccia :-)

​Un racconto per superare il dolore di un aborto

Molte donne hanno vissuto il dramma di un aborto spontaneo o non spontaneo. Subito dopo è difficile elaborare l'accaduto, così come sembra impossibile confrontarsi con gli altri. Julie Maggi, scrittrice e illustratrice italiana, ha realizzato un romanzo grafico minimale e ricco di sentimento per trattare il difficile tema dell'aborto, vissuto da tante donne sulla propria pelle. Il libro è Christine nelle luci del Nord, un racconto pieno di immagini a volte forti, a volte delicate, che trasporta i lettori nell'universo pieno di sfumature che è la vita della protagonista. 
"Christine nelle Luci del Nord", un delicato racconto sull'aborto.

"Christine nelle Luci del Nord" è nato dopo mesi e mesi, se non anni, di meditazione. Per la scrittrice l'ispirazione è arrivata da stralci di storie sentite in treno, da brevi frasi lanciate sommessamente nelle conversazioni da amiche care, da verità nascoste nelle vite di parenti appartenuti a generazioni passate e da articoli di giornale.

«Sentivo che tutte queste donne, anche se non avevo vissuto personalmente i loro drammi, mi erano vicinissime. Avevo bisogno di raccontare una storia che parlasse per loro, che tirasse fuori tutta la loro sofferenza e il loro dolore», ha affermato Julie.

La trama del libro

A diciannove anni la vita di Christine è sconvolta da un evento inatteso: un aborto spontaneo. Christine decide di tenere l'accaduto segreto, ma la certezza di avere il controllo totale del suo corpo viene spazzata via in un istante.

«Il corpo di Christine si evolve e così si evolvono i suoi pensieri e la sua percezione di se stessa nell'età adulta e nella mancata maternità. Il destino e la natura a volte possono essere crudeli, ma Christine dovrà imparare a trasformare le tragedie della vita in qualcosa di significativo», ha raccontato la Maggi.

Il libro è quasi un "diario di vita". A quali lettori/lettrici è destinato?

«Sebbene durante la stesura della storia e durante la realizzazione dei disegni non riuscissi a trattenere le lacrime, la mia graphic novel è biografica, non autobiografica. La vita che racconto, la vita di Christine non è la mia, è il collage dei racconti delle persone che, raccontandomi le loro storie, mi hanno coinvolto nelle loro vite».

«Questo mio libro è dedicato a tutte le donne che in passato e ancora adesso scelgono il silenzio, strada spesso obbligata, in una società in cui parlare di tematiche come la morte prenatale o la donazione degli organi di un feto è ancora tabù», ha affermato la scrittrice.

Un libro che racconta il dramma dell'aborto oppure un libro che racconta la storia di una rinascita?

«Assolutamente rinascita. Non solo della protagonista, ma di ogni donna che ha vissuto sulla sua pelle, nella sua mente e nel suo cuore i drammi che Christine vive nella sua giovane e travagliata vita».

Il messaggio che intende mandare il testo


La vita di Christine è costruita sul modello di vite di persone reali. «Quello che vorrei è che le lettrici di questo racconto trovassero l'ispirazione per rendere le loro vite di nuovo splendenti, di nuovo cariche di significato. Vorrei che riuscissero a lasciar andare quel peso che le trascina giù quotidianamente. Vorrei che potessero ritrovare la bellezza, la gioia, la serenità, dentro e fuori dal loro corpo, indipendentemente dalla maternità», ha chiarito Julie.

Un consiglio per le donne che non riescono ad avere un bimbo

Per Julie noi siamo vita anche quando non la creiamo e dobbiamo ricordarcelo sempre, perché altrimenti rischiamo di perdere ben più di una occasione per essere felici e per rendere felici coloro che ci circondano.

«Noi abbiamo il dovere di esserci nel momento in cui stiamo vivendo, perché dietro ogni nostro sorriso si nasconde la ragione di vita di coloro che amiamo di più e dietro i loro sorrisi dovremmo trovare le nostre, di ragioni per vivere. Portiamo gioia agli altri e pian piano, lasciamoci abbracciare da tutto il resto che la vita ha da offrirci», conclude.

Perchè vivo all'estero? Perchè autoproduco i miei libri? Intervista per Fumettomania

11/7/2018

 
Julie Maggi, autrice italiana a discapito del nome (è nata in Puglia, classe 1983), si prodiga da più di dieci anni nella realizzazione di libri illustrati e fumetti. È passata sia attraverso l’autoproduzione che attraverso la collaborazione con parecchie case editrici, sperimentando tecnicamente il digitale e la sua tecnica preferita, l’acquerello. Adesso però, dopo essersi fatta strada con mostre, presentazioni, fiere e partecipazioni a concorsi internazionali, vive e lavora all’estero.

Come mai questa decisione?

I motivi sono vari. Credo che, soprattutto per chi, come me, si è preso la briga di studiare per dieci anni (ho un diploma professionale come disegnatrice di fumetti e una Laurea Specialistica all’Accademia di Belle Arti,specializzazione in Pittura), sia quanto di più naturale voler riscattare tanta fatica con un lavoro soddisfacente.
In Italia purtroppo è ancora difficile sopravvivere disegnando fumetti d’autore, forse è un po’ più semplice facendo gli illustratori.

Ma non è tutto.
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Fin dal principio mi sono sempre preoccupata di restare in movimento (artisticamente), anche nei momenti in cui nessun editore sembrava essere interessato alle mie cose. Se aspetti di trovare un editore prima di poter realizzare un libro, quel libro molto probabilmente non vedrà mai la luce del sole.
Internet mi ha sempre dato modo di sperimentare nuove tipologie di marketing e, soprattutto, di verificare che tipo di pubblico io avessi. Entrare in contatto diretto con i lettori mi ha fatto capire molte cose.
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Per iniziare, che non si ha necessariamente bisogno di un editore per realizzare un libro illustrato o un fumetto di successo.
​
Sto portando avanti una serie che ha come protagonista una topolina inglese di nome Elsie e i miei lettori vengono da ogni parte del mondo. Al momento ho realizzato un piccolo albo a fumetti (Elsie’s Perfect Day) e un libro di ricette illustrato, “Elsie’s Guide to Afternoon Tea”(quest’ultimo anche in edizione italiana, disponibile su Amazon) e ho lettori che arrivano dagli Stati Uniti, Canada, Australia, Brunei, Regno Unito, Irlanda, Germania, Danimarca, Repubblica Ceca, Lettonia, Hong Kong, Corea del Sud, Giappone…

La mia “Piccola guida per Santiago di Compostela”, è stata tradotta in inglese e spagnolo e va alla grande in Messico e Germania. I lettori ci sono, basta solo trovarli e proporre loro cose interessanti. (tutti i miei libri si possono trovare qui: https://amzn.to/2Nwaeq0)
Quali altri progetti hai testato con l’autoproduzione?
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Al momento tutti i miei libri sono autoprodotti e lo dico con grande orgoglio.
C’è tanto di quel lavoro dietro che è quasi ridicolo volerlo raccontare. Mi occupo di tutto, dai testi, ai disegni, all’impaginazione, dall’assumere grafici e traduttori, all’occuparmi di trovare una distribuzione (alcuni dei miei libri e fumetti si possono acquistare da Gosh Comics a Londra) e dei canali di vendita online. Creo le campagne di marketing online, mi occupo di curare il sito e i social network e organizzo le partecipazioni alle fiere di settore...
Continua a leggere l'intervista su Fumettomania

Intervista con Giulio Macaione: amori, ricette e misteri.

20/1/2017

 
Quello che vi presento oggi è il lavoro di uno dei fumettisti italiani più bravi in assoluto. Sono davvero onorata di conoscerlo personalmente, perché oltre al talento, Giulio Macaione ha anche la gentilezza e la modestia (cosa che, si sa, tra gli artisti è cosa rara).

Ecco qui la nostra chiacchierata, grazie alla quale spero conoscerete meglio Giulio e le sue opere. Buona lettura!
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Uno dei tuoi primi fumetti è il commovente Morten, leggibile qui. Personalmente trovo che sia molto bello e se ti avessi avuto sottomano quando ero una ribelle ventenne tutta rock e Uni ti averei proposto di lavorare insieme per la versione a fumetti di Elenoir. :-D Cosa credi che sia rimasto di quelle iniziali atmosfere cupe e quel senso di nostalgia? ​

- La prima versione di Mortén era nata come autoproduzione quando andavo alle superiori ed era dedicata a mio nonno, che era morto poco tempo prima, per questo la storia era un po' triste. La nostalgia e la malinconia sono due sentimenti che un po' mi definiscono come persona.
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I tuoi due fumetti Innamorarsi a Milano e The Fag Hag (entrambi da me amati alla follia) sono stati i tuoi primi lavori "lunghi". Quanto credi che abbiano influito sulla tua carriera? Mentre lavoravi alla realizzazione di questi fumetti vivevi a Bologna (se non ricordo male), credi che vivere in una città piena di artisti ti abbia aiutato in qualche modo a trovare l'ispirazione? 

- Ho imparato un sacco da quei due libri, perché era la prima volta che lavoravo con uno sceneggiatore. Nello specifico, farlo con Massimiliano De Giovanni per me era una figata, perché era un autore che seguivo da sempre e uno sceneggiatore che mi dava spazio e apprezzava le mie idee. All'inizio ero molto rigido e insicuro, ma credo di essere cresciuto un bel po' lavorando con lui perché mi sono reso conto che quando osavo, prendendomi delle libertà sulla sceneggiatura o proponendo delle idee, il risultato piaceva molto anche a Massimiliano. Sicuramente il fatto di vivere a Bologna e di avere attorno autori che adoravo mi è stato molto di aiuto. In quegli anni mi capitava spesso di andare in redazione e incontrare Vanna Vinci, Andrea Accardi o Keiko Ichiguchi (tutto autori che amavo e che amo tuttora). Vanna, nello specifico, più volte mi ha dato dei consigli pratici e mi ha insegnato molte cose.
Quali sono gli artisti che ti hanno influenzato maggiormente? E non parlo solo di fumettisti :-) Sapresti dirmene tre? Uno che ti abbia ispirato quando eri agli inizi inizi, uno per qualche anno fa e uno per il 2016 appena concluso?

- È difficile rispondere a questa domanda riducendo il tutto a tre nomi. Se proprio devo... Agli inizi Klimt. Qualche anno fa Frederik Peeters. Nel 2016 Becky Cloonan (qui un fan comic di Giulio ispirato a Gotham Academy).
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Qual è la tua guerriera Sailor preferita? Come mai questa serie è per te così importante? (che domande che faccio, perché per la nostra generazione è un must, ovvio)

- Sarò banale, ma credo che proprio Sailor Moon sia la mia preferita. Per il suo essere sopra le righe e pasticciona, per la sua ostinazione a voler essere una persona normale nonostante la missione che le viene affidata. Credo che Sailor Moon mi abbia conquistato quando ero un ragazzino proprio perché non solo era la prima eroina che non voleva essere un'eroina, ma perché racchiude tutte le ispirazioni di decenni di manga che sono venuti prima. Diciamocelo: è un polpettone con tanti di quegli ingredienti che in quel marasma kitsch qualcosa che ti piace la trovi per forza :D
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In Ofelia, pubblicato da Comma 22, la tua tavolozza ha fatto il volo e i toni sono diventati super pop. Che tipo di droghe usavi? Scherzo. Cosa ti ha spinto, dal bianco e nero che quasi sempre usi per i tuoi fumetti a lanciarti in quel mare rosa cangiante? (qui uno spin off della storia)

- Ho iniziato a pubblicare Ofelia sul Web, prima che venisse raccolto in volume. La primissima versione del personaggio era nata molti anni prima ed era molto dark. Quando ho deciso di tirarla fuori dal cassetto e sviluppare la storia, ho fatto un restyling che partiva soprattutto dal colore dei capelli, il fucsia accesissimo che avete visto. Per questo ho dovuto realizzare il fumetto interamente a colori con toni molto accesi e pop. Venivo anche da anni di Accademia di Belle Arti nei quali mi ero appassionato alla corrente Neo-Pop e forse i colori di Ofelia sono una naturale conseguenza...
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Il tuo nuovo libro, Basilicò, è un fantastico mix tra comicità e dramma, condito con una buona dose di spezie italiche. Come ti è venuta l'idea? Lo so, domanda banale, ma la gente se lo chiederà  Spoilerino: nel libro ci sono tante buonissime ricette, ad accompagnare i vari capitoli della storia. Ho apprezzato un sacco la cosa. 

- Basilicò è nato da un'idea di base: volevo fare un libro che fosse un po' una commedia alla Almodóvar. Di ispirazioni poi ne sono arrivate altre (Desperate Housewives, per esempio, o molte canzoni di Carmen Consoli), ma il punto di partenza è stato proprio il mio amore per il regista spagnolo. Trattandosi di una storia familiare con protagonista una madre, l'ambientazione è ricaduta subito sulla mia Palermo, la città dove sono cresciuto e dove vivono i miei genitori. E pensando a Palermo non potevo fare a meno di citare la cucina perché noi siciliani abbiamo un rapporto viscerale con il cibo, è cosa comune mangiare parlando di cibo. Raccontando una storia corale ho potuto poi dare ad ogni personaggio delle sfumature caratteriali anche pittoresche e divertenti.
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Parlaci della tua nuova autoproduzione (che ancora devo leggere!!!): com'è andata l'esperienza? Come mai hai deciso di provare ad autoprodurre una storia?

- L'idea di autoprodurre i miei fumetti mi ha sempre solleticato, perché mi piace seguire tutti gli aspetti della lavorazione di un albo e per raccontare storie brevi è forse l'unico modo. Ovviamente continuerò a lavorare con degli editori, ma sono due aspetti del fare Fumetto diversi che vorrei portare avanti in parallelo. La fine dell'estate è nato dopo una breve vacanza in giro per la Sicilia con due mie care amiche che però vivono entrambe lontano da me (come gran parte dei miei amici, che ormai sono sparsi per il mondo). Volevo raccontare di come ci si può riunire dopo tanto tempo e ritrovarsi i ragazzini di sempre anche se la vita è cambiata e si è cresciuti. La nostalgia per una parentesi felice nella vita di tutti i giorni, l'estate appunto, è stata la scintilla che ha fatto nascere l'idea per il fumetto. Ovviamente mi sono ispirato alla gita fatta con le mie amiche, non tanto per gli avvenimenti e i personaggi, quanto più per i luoghi e le sensazioni.
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Hai recentemente passato un lungo periodo in America (e possiamo goderci le tue avventure qui). Hai frequentato dei luoghi che ti hanno in qualche modo "aperto la mente" artisticamente parlando? Qual è il cambiamento che hai notato maggiormente nella vita di tutti i giorni? Torneresti a vivere lì? 
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- Sicuramente vivere in un luogo diverso da casa (e, per quanto possa sembrarci simile, l'America è molto diversa dall'Italia) è una cosa che influenza e cambia. Non so quanto questo abbia avuto una conseguenza diretta sul mio modo di lavorare, ma sicuramente venire a contatto col mondo del fumetto americano mi ha dato delle ispirazioni e degli stimoli per me nuovi. Molto banalmente, non avevo mai letto fumetti supereroistici e mi sono ritrovato a disegnare fanart di Batgirl. Anche solo andare settimanalmente in una comic shop a comprare gli albi della settimana è una cosa che ti mette a contatto con tante realtà editoriali diverse dalle nostre. Al momento sono molto innamorato di Bologna e non la cambierei con nessun altro luogo al mondo. Ma non si sa mai...
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Da pochissimo sei entrato anche tu a far parte del club degli sposati. Credi che il matrimonio e la stabilità che da esso deriva (o almeno così mi immagino LOL) influenzi positivamente la tua produttività? Quanto sei influenzabile dall'ambiente che ti circonda? Sei una di quelle persone che lavora meglio quando è circondata dal caos o dalla tranquillità? 

- Non credo che il matrimonio abbia influenzato in alcun modo il mio lavoro, anche perché convivevo già da tempo con mio marito quindi le nostre dinamiche non sono cambiate. Sicuramente l'ambiente che mi circonda influenza i miei ritmi di lavoro. Sono un tipo abbastanza abitudinario e cambiare ambiente mi rallenta, ci metto un po' ad ingranare dopo un cambiamento. Solitamente ho bisogno di tranquillità e della mia musica per riuscire a concentrarmi.

Ora, siccome si sa che gli animali rendono immediatamente popolari i video su Youtube, ti andrebbe di mostrarci il tuo gatto (anche se questo non è un video per Youtube)?

- Eccolo qui, Zorba, in tutto il suo pelo:

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E con questa bellissima foto chiudo l'intervista. Spero che vi sia piaciuta e spero che correrete subito a comprare i fumetti di Giulio Macaione, e che poi li recensirete e consiglierete a tutto il vicinato. 

Questo è il blog di Giulio: http://giuliomacaione.blogspot.co.uk/

Vi mando un baciotto!

​La vostra struffola, 
Julie

Il Magazine delle donne mi ha intervistato a proposito del mio libro "Un anno per cambiare la tua vita"!

13/1/2017

 
Ci sono giorni in cui ti guardi allo specchio e quello che vedi ti fa ridere. Poi ci sono altri giorni in cui apri l'homepage del Magazine delle Donne e ti ritrovi lì, a fianco a Nicole Kidman. A volte, per qualche strana coincidenza astrale, le due cose coincidono.
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Anche voi pensate che le treccine battano i tagli scalati?
La bravissima Giulia Vola, mi ha intervistato tramite Skype, ascoltando il mio incessante chiacchiericcio per circa un'ora. Poi si è messa all'opera e ha creato un articolo che mi rende davvero felice (e, Diobuonino, non so voi, ma io ho alle spalle articoli in cui nemmeno le lettere del mio nome erano scritte con ordine compiuto). Pure la mì mamma ne è fiera (e Diobuonino, non so voi, ma io ho alle spalle articoli che seppur diventati viral in un giorno, non hanno smosso l'attenzione della signora sopra citata nemmeno per sbaglio).

Ma alle mamme, si sa, piace vedere la propria figliola vicino a Nicole K.
Posso chiamarla Nicole K.? 

Ma scherzi a parte, ecco a voi l'intervista, che spero vi piaccia e soprattutto spero vi convinca che "Un anno per cambiare la tua vita" è un libro figherrimo e vale la pena essere letto, consigliato e condiviso. Buona lettura!
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Cambio vita: un anno per riuscirci con le ricette di Julie

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Questa sono io. LOL
Trentatré anni, pugliese di nascita, una casa a Londra, una laurea all’Accademia delle Belle Arti di Torino, una collezione di esperienze professionali in giro per il mondo, qualche chilo di troppo e una convivenza di quattro anni fallita da un giorno all’altro: ecco gli ingredienti con cui Julie Maggi ha cucinato le ricette di Un anno per cambiare la tua vita, il libro in vendita su Amazon che dispensa consigli agli adolescenti al bivio e ai 30enni in crisi e lo fa non solo con le parole ma anche con le immagini. Perché “le illustrazioni sono più efficaci delle parole, come quando vedi una faccia e non ti ricordi il nome ma sai perfettamente chi hai davanti”, spiega lei, divertita.
Lei che nel suo libro parla “di amore, di dipendenza, di indipendenza, di sincerità con se stessi”. Lei che dopo essere passata attraverso “momenti drammatici” e dopo un Cammino di Santiago alla ricerca di sé, ha messo la sua catarsi nero su bianco, “per condividerla e magari riuscire anche ad aiutare qualcuno”. Soprattutto ora, che sulla copertina c'è il suo nome: “In un primo tempo avevo scelto uno pseudonimo - spiega -, poi ho capito che metterci la faccia è il primo presupposto per essere credibile e, soprattutto, per rendere credibile che cambiare la propria vita è fattibile.
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Qual è la ricetta delle ricette?
"È quella che si ripete dalla notte dei tempi ma applicata con ironia alla vita moderna: prendersi cura del proprio corpo, della propria anima e della propria mente. Tradotto: evitare modelli estetici irraggiungibili, guardarsi dentro, darsi degli obiettivi e sviluppare il potenziale per raggiungerli".
​
Perché un anno per cambiare vita?
"Perché anche se sembra un periodo molto lungo è il minimo per riuscire a vedere i risultati dei cambiamenti messi in atto: che si tratti di cambiare lavoro, amicizie, compagni o abitudini, solo i risultati danno dal forza per mantenere i propositi".

La ricetta per accettarsi fisicamente?
"Fare sport, anzitutto: solo lo sport riesce a dare quella disciplina che poi permette di gestire meglio tutti gli ambiti della vita. Si inizia a piccole dosi, io consiglio 15 minuti di corsa al giorno, un impegno minimo che però può innestare una piccola rivoluzione".

La ricetta per realizzarsi professionalmente?
"Pazienza, sacrifici e voglia di fare. E una buona comunicazione con i genitori che, spesso, indirizzano i figli verso professioni a loro dire più sicure: il fatto è che oggi non c’è nulla di sicuro e solo assecondando le proprie attitudini si ha la forza per sopportare anche i periodi più difficili. Ecco perché ai giovani dico: informatevi, fate domande, cercate risposte e confrontatevi con i vostri genitori che, vedendovi così motivati, non potranno che appoggiarvi. Inoltre, non bisogna essere spaventati all’idea di fare altro per un determinato periodo di tempo e bisogna saper tagliare i rami secchi che costano tempo e denaro".

La ricetta in amore?
"Parlare chiaro e parlare subito anche se si rischia la crisi e il litigio: è importante sapere fin da subito (e possibilmente prima di innamorarsi) chi si ha di fronte e che cosa vuole dalla relazione. Amare significa prendersi cura ma in senso buono, ecco perché è necessario sapere che alcuni aspetti dell’altro non si possono cambiare, altrimenti poi ci si ritrova a dover curare due persone: il partner e se stessi".

La ricetta nelle relazioni?
"Premetto: ripulire le amicizie che avrebbero dovuto sostenermi è stata la cosa più dolorosa. A tutti consiglio di chiedersi sempre se chi si ha davanti preferisce dire ciò che pensa in faccia, magari rischiando anche il litigio, o girarsi dall’altra parte per il quieto vivere. Gli amici veri appartengono alla prima categoria".

Alla fine hai cambiato vita?
"L’ho rivoluzionata: ho un nuovo compagno, sono felice a Londra, faccio quello che mi piace e mi mantengo. Certo, c’è voluto più di un anno, forse due, ma con il senno di poi, se qualcuno mi avesse dato i giusti consigli, ci avrei messo meno”.
​Insomma, aiutatevi che Julie vi aiuta.
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Questo è il mio libro! Lo trovate su Amazon (cliccate sull'immagine)
Il mio nuovo libro lo trovate qui in versione ebook http://amzn.to/2iPp5fk (tra l'altro ora si può anche scaricare l'anteprima del libro gratuitamente. Dategli una sbirciatina :-D )

Novità! Il mio libro è ora in vendita in edizione cartacea nel mio shop! :-D


Quest'intervista la trovate qui.

Spero che vi sia piaciuta! 
Vi mando un abbraccio!
A presto dalla vostra treccinuccia :-)
​Julie

Intervista con Sasha Matthews, una fumettista di 12 anni :-)

12/1/2017

 
Spesso dico a chi vuol far fumetti che la cosa migliore da fare è iniziare subito a disegnare. Più si lavora e più si diventa bravi. Come in tutte le discipline artistiche, e oserei dire in tutte le discipline in generale, prima si comincia e meglio è. Ma non tutti hanno le idee chiare come la dodicenne newyorkese Sasha Matthews. 
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Dopo aver scoperto quasi per caso della sua esistenza, non ho saputo resistere. Dovevo leggere i suoi fumetti. Non capita tutti i giorni di trovare qualcosa di così meraviglioso e unico come una ragazzina intraprendente e laboriosa che decida di autoprodurre (con l'aiuto del nonno e del papà) le sue storie. E di venderle nella libreria di quartiere e online (su richiesta, tramite email al papà). Ho subito contattato Scott, suo padre, e, dopo esserci accordati sulle dinamiche dell'acquisto e della spedizione, ho atteso con grande emozione che mi arrivasse il pacchetto contenente i due albi realizzati da Sasha.

​Siccome non stavo nella pelle, Sasha mi ha anche mandato una foto del pacchetto contentente i fumetti (per questioni di privacy ho coperto i nostri indirizzi con dei capolavori di arte astratta. :-)
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Come si può notare nella foto, Sasha unisce l'amore per lo sport (le arti marziali) a quello per l'arte - notare le macchie di colore sulle mani. Quante cose in comune ci possono essere tra persone così distanti, generazionalmente e geograficamente? Forse l'arte e lo sport sono le cose che ci uniscono ad un livello superiore, senza bisogno di conoscersi di persona, queste attività ci rendono fratelli, o, in questo caso, sorelle. Perché le ore passate a disegnare o ad allenarsi, sono fatica e gioia, feelings umani.

Dopo una decina di giorni (dall'America ci mette un po') mi è finalmente arrivato il pacchetto. Che fantastica sorpresa! Che emozione leggere le sue prime due storie.
​Ecco qui le copertine.
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Le sue due storie parlano della storia di Toro Seduto, che tutti voi conoscete sicuramente e di una famiglia di antichi abitanti di Pompei. Ma lasciamo che siano le parole della stessa Sasha a descrivere le sue opere.
Ciao Sasha, dimmi qualcosa di te. Cosa fai di solito quando non si stanno facendo fumetti? Cosa fai nel tempo libero, quando non sei a scuola?

Mi piace leggere, o a volte scarabocchio semplicemente (la pratica rende perfetti; P).
Ho anche un sacco di lezioni dopo la scuola: Judo il lunedi, mercoledì e sabato, la lezione aggiuntiva di matematica il martedì, ed una classe di scienze il venerdì.
E 'una settimana intensa!

Che tipo di tecniche usi per fare i tuoi disegni? Matite? Colori? Mi puoi dire come funziona? Non utilizzi anche il computer?

Dopo che ho trovato un argomento e fatto tutte le cose pre-disegno (sliiiightly noioso), la procedura per disegnare una pagina è:

1) Effettuare una miniatura. Si tratta di un progetto molto approssimativo della pagina, ci vogliono circa cinque minuti per disegnarlo.
2) Realizzare la pagina a matita. Questo è il primo disegno di una pagina reale, con la matita. Direi che questo è il passo più difficile della creazione di un fumetto perché si deve creare tutto quasi da zero, e la seconda parte più lunga. (potrei dire perché questo è la seconda parte più lunga, ma non voglio rovinare la sorpresa della prima parte più lunga!)
3) Inchiostrare la pagina. Questo significa fotocopiare la pagina in modo che la matita non sporchi l'inchiostro, poi inchiostrare ogni tratto della pagina in nero.
4) Colorare la pagina. Questo è il passo più lungo, dal momento che c'è molto più lavoro da fare per coprire ogni pezzo della pagina a colori di quanto ce ne sia quando si tracciano solo le linee, anche perché si possono creare nuove idee.

Nei tuoi fumetti ti piace parlare di fatti storici. Hai mai pensato di scrivere storie di fantasia?

Un po ', ma io non mi fido di me stessa per la creazione di una buona trama.

Qual è il tuo processo artistico? Scrivi tutta la storia prima o fai progredire i disegni con la trama?

Di solito, in principio ho almeno un'idea generale della trama.

Hai mai pensato di scrivere una storia basata nella città in cui vivi?

Noooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo ...

In "Pompei: Lost and Found" si parla di un braccialetto. E 'qualcosa che hai visto in un museo o hai letto un articolo a riguardo?

Sì! Si tratta di un manufatto pompeiano vero e proprio!
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​In "Toro Seduto: una storia di vita" si parla di una figura molto importante nella storia americana. Perché questo personaggio in particolare così importante per te?

Sitting Bull non è particolarmente importante per me, ma credo che sia cool.

Quanto tempo ti ci vuole per scrivere una storia e fare tutti i disegni?

Circa 100 ore di lavoro per 8 pagine a fumetti.

Sei nel processo di creazione di una nuova storia? Mi puoi dire qualche dettaglio?

Sto lavorando su una storia su di me e mio padre. Temo che i dettagli siano top-secret.
E per finire vi mostro Sasha. Si tratta di un video di qualche tempo fa, ma credo che, per coloro di voi che capiscono l'inglese, potrebbe essere un'interessante chicca in più. 
Spero che questo articolo vi sia piaciuto.

Questo è il sito dei fumetti di Sasha: http://rumblecomics.com/
Questa è la sua pagina Facebook: https://www.facebook.com/RumbleComics/
E questo è il suo Twitter: https://twitter.com/RumbleComics

Essendomi presa una pausa dal mio Facebook personale, mi ritrovo ad avere un po' di tempo in più da dedicare ad attività alternative e quindi ho deciso di realizzare una serie di interviste agli autori che popolano la mia libreria (anche se dubito che riuscirò a raggiungere Neil Gaiman - ma mai dire mai).

Questa è la prima intervista. Non potevo che scegliere Sasha, per la sua miticità, per la sua passione e per la sua simpatia. Ne approfitto per ringraziarla (e per ringraziare anche suo papà). Non vedo l'ora di leggere la loro storia!

Nella prossima intervista vi anticipo già che vi presenterò un autore italiano. Un fumettista che amo da millenni. :-D

Vi saluto e vi mando tanti baciny.

Julie

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