Un sacco di gente, nelle ultime settimane ha letto uno dei centinaia di articoli che riguardano Amazon e le sue politiche riguardanti lo sfruttamento dei lavoratori nei suoi enormi magazzini. Dalle infinite ore di straordinario alla durezza dei turni in piedi, dalla lotta tra operai su chi si accaparra più ordini piccoli (più facili da smistare) ai licenziamenti di coloro che non raggiungono il target minimo imposto (che poi non è nemmeno quello, perché se lo raggiungi ti viene comunque detto "puoi fare di meglio". Sempre). Conosco queste problematiche perché, tra i vari lavori che ho fatto per campare, c'è da elencare anche quello della magazziniera. Ho lavorato in uno scantinato senza finestre, senza riscaldamento, con uno spazio di circa un metro quadrato in cui sedermi (per terra), circondata da torri di scatoloni alte più di me, pieni di smerci da smaltire, prezzare, taggare e mettere al loro posto. A volte il mio turno iniziava alle sei di mattina e finiva alle sei di pomeriggio. Ed era una delle opzioni migliori. La polvere, senza alcun aspiratore o depuratore dell'aria e senza finestre da aprire, a fine giornata mi riempiva le narici e tornavo a casa con un mal di schiena allucinante e le mani doloranti. Poi, con tanti sacrifici, ho ripreso a fare libri e ora non lavoro più in un magazzino. Ma, a parte i libri che vendo qui sul mio sito, la maggior parte dei miei libri viene venduta da Amazon, in tutto il mondo, in quattro lingue. Vuol dire che qualcuno, là fuori, li impacchetterà e ve li spedirà poche ore dopo che voi li avrete ordinati. Certo, io faccio i pacchettini più belli. Ma loro sono più veloci. Lo fanno per lavoro. Alcuni di voi hanno commentato "Eh, ma io non voglio dare i miei soldi ad Amazon". E la mia risposta è semplice. Mentre compri un libro creato da un autore indipendente, stai prima di tutto aiutando l'autore. Se io o uno qualsiasi dei miei colleghi auto prodotti che trovate su Amazon pensassimo che vendere i nostri libri su quella piattaforma fosse controproducente, non lo faremmo. Si tratta di entrare nell'ottica che nel 2017, un autore indipendente, non può fare a meno degli strumenti che gli vengono offerti. E io, uso Amazon per vendere i miei libri. Il problema dei lavoratori è un altro. Non è perché io vendo i miei libri su Amazon che loro non ricevono un trattamento dignitoso: sono le politiche sbagliate dell'azienda a rendere la loro vita un inferno. Dovrebbero scioperare tutti i lavoratori di tutti i magazzini Amazon del mondo in una volta sola, per smuovere le acque. I contratti a "zero ore", gli straordinari al di là delle capacità fisiche, i target impossibili: queste sono le cose da cambiare. Ma non è certo penalizzando i piccoli artigiani e imprenditori che aiuterete coloro che lavorano nei magazzini, anzi.
Ricordatevi che Amazon dà lavoro a migliaia di persone. Ci sono dei centri di smistamento che contano più di 5000 operai. Ora, ci rendiamo conto tutti che ci sia bisogno di quei posti di lavoro, solo che vanno resi più sicuri, meno alienanti. Tra le persone che lavorano per Amazon o con Amazon, non ci sono soltanto i lavoratori nei magazzini, ma anche gli impiegati negli uffici, e i venditori. Come me. Che cerco sempre di far funzionare quella strana macchina che è la micro editoria indipendente. La mia, microeditoria. Che per qualche stupida ragione, non mi permette di avere una distribuzione italiana nelle librerie dei vostri quartieri (ma in America sì, chissà come). Per questo motivo i miei libri li trovate solo qui sul mio sito oppure su Amazon. Frasi del tipo "aspetto che esca in libreria così non do i soldi ad Amazon" non hanno senso. I miei libri in libreria non ci vanno per ora. Volete aiutare me o un qualsiasi altro autore di libri che vi piacciono? Condividete quello che facciamo, lasciate recensioni carine e se potete e vi va, comprate i nostri prodotti, che siano su Amazon o meno. Saluti e baci, dalla vostra tuttofare preferita, Julie Comments are closed.
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September 2019
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In this blog you will find all my posts in original language. This is because most of my readers, at the moment, are Italians. One day my blog will be translated in every single language in the world, But for now I suppose you will have to use Google translator. Sorry! Archives
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